Chiede i documenti a dei terroristi e viene ucciso sul treno diretto a Firenze

Emanuele Petri è morto su un treno regionale tra Roma e Firenze, stava chiedendo i documenti a due terroristi.

Emanuele Petri
Emanuele Petri ucciso dalle Brigate Rosse (Etruriaoggi.it)

Stava svolgendo servizio di scorta su un treno regionale, quando è stato tragicamente ucciso durante un’azione terroristica: Emanuele Petri è stato l’ultima vittima del terrorismo di matrice “rossa” in Italia. Nel conflitto a fuoco, oltre a lui, sono stati coinvolti altri due poliziotti della Polfer e infine due passeggeri rivelatisi essere poi dei brigatisti rossi.

La dinamica di quanto avvenuto il 2 marzo 2003 sul treno che da Roma era diretto a Firenze, all’altezza di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, non è mai stata completamente chiarita: nello specifico, non è chiaro cosa abbia determinato il conflitto a fuoco, in cui oltre a Emanuele Petri restò ucciso il brigatista rosso Mario Galesi. Questi, nato a Macerata e vissuto a Roma, non era mai stato oggetto di particolari indagini.

Emanuele Petri ucciso “per caso”: quel giorno stava sostituendo un collega

Morte di Emanuele Petri
La tragica morte di Emanuele Petri (Etruriaoggi.it)

Oltre a Galesi, su quel treno viaggiava Nadia Desdemona Lioce, successivamente condannata per gli ultimi due omicidi commessi dalle cosiddette Nuove Brigate Rosse, ovvero quelli di Massimo D’Antona nel 1999 e tre anni dopo di Marco Biagi. Verosimilmente, i due terroristi pensavano di essere stati scoperti, ma da questo punto di vista nessuna reale conferma è mai arrivata.

Con Emanuele Petri si trovavano i due colleghi Bruno Fortunato e Giovanni Di Fronzo: il primo di questi, per ragioni davvero mai chiarite, qualche anno dopo si toglierà la vita. Quel giorno, Emanuele Petri su quel treno nemmeno doveva esserci: aveva chiesto un cambio turno per assistere un ex collega malato. Sarebbe stato lui a notare qualcosa di strano nei documenti mostratigli dai due terroristi.

Lo spiega la Questura di Perugia, evidenziando come a un certo punto, Mario Galesi – che appariva molto nervoso stando alle testimonianze- “estraeva una pistola e la puntava al collo di Petri, intimando agli altri due operatori di consegnare le armi”. Era stato quello il momento in cui la situazione era degenerata, ne era nato un conflitto a fuoco con l’agente Petri che arrivava alla prima stazione già privo di vita.

Gravemente feriti anche il poliziotto Fortunato, che appunto da quell’esperienza ne uscì traumatizzato, tanto da spingersi al suicidio, e Galesi, che poi morirà all’ospedale di Arezzo. Emanuele Petri dal 2015 è medaglia d’oro alla memoria come vittima di terrorismo. Appena pochi giorni dopo la sua morte, gli era stata attribuita la medaglia d’oro al valor civile.

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